domenica 20 gennaio 2013

In Afghanistan e Kosovo


         Lunedì,4 Febbraio 2013      

                                           Testimonianza di un ufficiale italiano
                                                        (ten. Roberto Galbiati)

                                                         4 febbraio, ore 18,30
                                                    Via Selvatico 21, Pordenone


                                      

lunedì 3 dicembre 2012

Echi della campagna del 1812 in Italia: cronaca, storia, memoria.

         

                                 
dipinto di NIkolaj Vereshagin
Lunedì, 3 Dicembre, ore 18, presso la Bastia di Torre, IV ed ultimo  incontro sulla campagna napoleonica di Russia.
Il relatore Carlo Vurachi riprenderà il tema della partecipazione italiana a tale evento sulle tracce  di memorie private e della stampa ufficiale; ne metterà quindi in rilievo gli echi nella poesia di Foscolo (in particolare nel poemetto "Le Grazie") e  nella prosa di Leopardi, per poi riprendere il filo della storia che collega tali avvenimenti -  anche attraverso le figure stesse di alcuni personaggi - alle guerre  di indipendenza italiane.
















martedì 6 novembre 2012

In Russia con Napoleone. Memorie di un ufficiale italiano



Nella primavera del 1812, abbandonando Ferrara e la giovane sposa affranta, il ventiquattrenne Filippo Pisani, ufficiale e architetto, raggiunse con l’esercito del Regno d’Italia comandato da Eugenio Beauharnais la Polonia Orientale dove Napoleone veniva ammassando i soldati del suo impero per muovere guerra alla Russia. Questa  iniziò il 25 giugno 1812 con l’attraversamento del fiume Niemen, ai confini con la Lituania.
Quella che doveva essere una guerra lampo decisa da una sola vittoriosa battaglia divenne invece,  dopo un logorante scontro con l'esercito russo a Borodino (26 Agosto 1812), la lunga attesa di un nemico che si negava lasciando terra bruciata, così da obbligare l'esercito napoleonico, privo di supporto logistico, a una conseguente inevitabile ritirata, lasciando sul suolo russo centinaia di miglaiia di morti, dispersi e prigionieri.
 Tra questi il Pisani, fortunosamente scampato alla morte in battaglia, sopravvissuto a freddo e fame, e poi rimasto in Russia fino al 1815, il quale ha lasciato pagine di memorie avvincenti per la loro vivezza e perché offrono al lettore  ciò che gli storici non possono dare, il racconto, ricco di particolari, della quotidianità. Una quotidianità nella sventura, ma dove si succedono sempre nuovi incontri e si conoscono nuovi luoghi (incontri e luoghi talvolta da lui immortalati non solo con la penna, ma anche con immagini ad acquerello).
Delle suememorie ci parlerà, venerdì 9 Novembre. Ernesto Damiani che ne ha curato una edizione critica , particolarmente interessante  per il confronto con opere analoghe.
 Damiani (oltre che storico, docente di medicina all’università di Padova) è membro della delegazione Nord-Italia dell’Associazione Souvenir Napoleonien, nata in Francia, con ramificazioni internazionali.
A presentarlo   presso la Biblioteca Civica ,alle ore 18, sarà Paolo Foramitti, capo della delegazione del Nord-Italia.
L’incontro è organizzato da Italia-Russie che ha voluto dedicare al bicentenario dell’invasione della Russia da parte di Napoleone un ciclo di quattro incontri dei quali il primo ha avuto per tema Napoleone e Tolstoj (rel. Sergio Chiarotto), il terzo sarà a cura degli studenti di russo del Grigoletti,  il quarto avrà come relatore Carlo Vurachi.


martedì 30 ottobre 2012

La Russia e Napoleone


Ricorre quest’anno il bicentenario della campagna napoleonica di Russia, occasione di grandi celebrazioni per i cittadini di  questo paese: rappresentazioni  dal vivo delle  maggiori battaglie,  commemorazioni storiche e conferenze,  visite ai luoghi di combattimento,  riesumazione alla TV del colossal sovietico degli anni ‘60 -premio Oscar- Guerra e pace , basato sull’opera  omonima. Questa non ha bisogno d’essere rispolverata, è il libro del cuore di ogni russo in quanto specchio della storia,  della  vita, dell’anima della  Russia.  In essa si  riconoscono  e riconoscono la propria patria  gli abitanti di questo immenso territorio,  siano essi in estremo oriente, in Caucaso, in Europa   o in Asia.
In Italia, che pure partecipò a tali avvenimenti ( con eserciti che complessivamente ammontavano a 60.000 uomini)  tale anniversario è stato appena sfiorato da qualche distratto articolo o recensione di libri apparsi sui giornali.

Italia-Russie  propone una rivisitazione di questo periodo storico articolata in quattro incontri:
1) il  primo dedicato all’opera tolstojana e al  suo giudizio sull’impresa napoleonica  Fu vera gloria? Sfogliando le pagine di Guerra e Pace,
 relatore Sergio Chiarotto, 
mercoledì 31 Ottobre, ore 18, Bastia, castello di Torre, Pordenone

2) seguiranno le memorie di un giovane ufficiale italiano,Filippo Pisani, che partecipò  alla campagna ( e riuscì fortunosamente a rivedere la propria patria), In Russia con Napoleone, memorie curate dal relatore Ernesto Damiani di Souvenir Napoleonien   
Venerdì, 9 Novembre , ore 18, Biblioteca Civica;

3) il terzo incontro sarà a cura degli studenti di russo del Liceo Grigoletti: La campagna napoleonica di Russia, narrata per immagini, video e spezzoni di film.
Venerdì, 23 Novembre, ore 18, Saletta Convento San Francesco

4) chiuderà il ciclo una conversazione sui riflessi in Italia della campagna napoleonica: Echi della campagna di Russia del 1812 in Italia: cronaca, letteratura, memoria, relatore Carlo Vurachi, 
Lunedì, 3 Dicembre, ore 18, Bastia, Castello di Torre, Pordenone

giovedì 20 settembre 2012

E' DI NUOVO OTTOBRE: COMINCIANO I CORSI DI RUSSO



SE VUOI LEGGERE QUESTA FAVOLA DI MAJAKOVSKIJ

oppure vuoi capire meglio il tuo partner/cliente
o sapere quel che pensa la tua ragazza
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oppure ti appresti a divenire il genitore di un bimbo russo

ebbene ti aspettiamo! (italiarussie@gmail.com    tel.328 32 72 239,  a   
                                                               partire dal 30 Settembre)

sabato 17 marzo 2012

La questione Palestinese, lunedì 26 Marzo 2012, Biblioteca Civica Pordenone


Israele è il risultato di una azione di ripopolamento dal felice esito. Dopo duemila anni milioni di ebrei di varia origine,nazionalità, cultura, sono stati reintrodotti nei territori dove si erano svolte le vicende narrate dalla Bibbia e vi hanno creato uno stato moderno, giovane, dinamico e tecnologico. Ma questa storia di successo è turbata dal fatto che in quei territori erano e sono presenti popolazioni autoctone di religione islamica e di lingua araba.. Popolazioni la cui presenza non era stata presa in considerazione dal progetto sionista, e che il nuovo stato non intende includere. Si tratta di milioni di persone che vivono nelle terre occupate da Israele.. Da più di quarant'anni il mondo assiste al tentativo israeliano di liberarsi dalla presenza dei palestinesi togliendo loro i mezzi di sussistenza: la terra, le case, l'acqua, la pesca, la stessa libertà di movimento, sia verso altri paesi, sia all'interno, senza la quale non può esservi attività economica. A tutto questo la popolazione palestinese ha resistito: resistere per esistere, per non finire nel novero delle popolazioni senza patria e senza storia. Di questo si parlerà lunedì 26 marzo, alle 18, nella Biblioteca Civica di Pordenone. Relatore sarà Giorgio Stern, triestino, attivo nel mondo della solidarietà internazionale.

mercoledì 14 marzo 2012

Viaggio a Mosca (28 Aprile-2 Maggio)


partenza: mattina di sabato, 28.04 ,da Ve con volo Lufthansa (scalo a Monaco)

arrivo a Mosca: pomeriggio, ore 16,30 circa ( tenendo conto delle 2 ore in più di fuso orario)

sistemazione in albergo, passeggiata in centro prima di cena.

I giorni successivi saranno dedicati alla visita della capitale con particolare riguardo al Cremlino, il monastero Novodevicij, il parco Kolomenskoe con le sue chiese medievali di pietra e legno, la galleria Tret'jakovskaja, le case di Tolstoj e Cechov.

Il programma sarà comunque definito con gli interessati anche relativamente ad una gita fuori città, a Sergej Posad, splendido complesso di chiese fiabesche e monasteri, costituente il "Vaticano" russo.

Ad ogni modo i partecipanti non saranno tenuti a seguire il nostro programma , ma potranno muoversi liberamente.

Ritorno: mercoledì 2.05 in serata ( arrivo a Ve. ore 10,30 circa)

Albergo: *** buono, rinnovato abbastanza di recente, stanze e bagni comodi, dotato di vari ristoranti e caffè, sorge nei pressi di un grandioso mercato che si tiene il sabato e la domenica e propone oggetti di piccolo antiquariato, icone, artigianato, tappeti caucasici e asiatici, porcellane, libri ecc. ecc.

N.B. il passaporto non deve avere validità inferiore ai 6 mesi.

per informazioni italiarussiepn@gmail.com tel. 328 32 72 239

domenica 4 marzo 2012

Marzo 2012





mercoledì 14, ore 18
via Selvatico 21, Pordenone

NIKOLAJ BERDJAEV
(1874-1948)

Nato a Kiev il 18 marzo 1874 , figlio di un militare esponente dell’aristocrazia, alla carriera militare cui è destinato preferisce studi intellettuali.
Divenuto marxista, nel 1898 viene arrestato durante una dimostrazione studentesca ed espulso dall'università.
Il suo marxismo radicale lascerà in seguito il posto ad una maggiore attenzione a pensieri filosofici e spirituali ed egli si allontanerà dal bolscevismo.
Nel 1922 viene espulso dal governo sovietico. Ripara in Germania. Di lì a breve andrà in Francia dove vivrà fino alla morte.
Il suo pensiero filosofico, definito “esistenzialismo cristiano” è stato molto influenzato dall’opera di Dostoevskij, in particolare da “ La leggenda del Grande Inquisitore” nei “Fratelli Karamazov” dove entro una visione teologica ed escatologica del mondo trova ampio spazio il concetto di libertà.

L’anima russa

L’oriente è la culla delle religioni, della rivelazione: l’Occidente della cultura.
Il mondo è stato creato ad Oriente per apparire ad Occidente nella sua forma perfetta. In Oriente Dio ha parlato all’uomo direttamente, faccia a faccia, in Occidente ci sono stati troppi intermediari.
Oriente ed Occidente sono due diverse misure dello spirito…
La natura del suolo russo ha un’immenso significato per chi voglia comprendere lo spirito russo.
La geografia materiale di un popolo non è che un riflesso simbolico della sua geografia spirituale… non a caso il popolo russo abita una pianura sconfinata, con orizzonti infiniti, senza frontiere visibili: tale è anche la geografia dell’anima russa, essa ha ha spazi infiniti, assenza di limiti e frontiere..
La terra è una categoria dello spirito russo… non è l’uomo che possiede la terra, è la terra che possiede l’uomo. Il popolo russo crede, con forza elementare, nel potere, nella ricchezza, nell’immensità e invincibilità della sua terra …
Una grande rinuncia al mondo e ai suoi beni – ecco il tratto della spiritualità radicale del popolo russo. Tale rinuncia non significa che esso sia meno peccatore degli altri, forse lo è anche di più degli altri popoli Europei, ma in modo diverso: noi non siamo troppo attaccati alla città terrena. … l’amore per il pellegrinaggio, il nomadismo sono tratti russi caratteristici. Gogol’, Tolstoj, Dostoevskij sono dei pellegrini sia d’ anima che per destino.

da N. Berdjaev “Il pensiero religioso russo"

sabato 4 febbraio 2012

Febbraio 2012: Mostra: L'Avanguardia russa, Vicenza Palazzo Leone Montanari

N. Goncharova Inverno


Giovedì 23 Febbraio proponiamo una visita alla suddetta mostra a Vicenza. Accanto ad opere di alcuni celebri artisti dell'Avanguardia Russa essa presenta opere meno conosciute o inedite di quel periodo storico coincidente con gli anni '20 , contrassegnato da un grande entusiasmo intellettuale per un'attesa trasformazione del mondo alla quale tutte le arti (poesia teatro, pittura architettura cinema,fotografia) si sentirono chiamate a concorrere. Movimento che fu brutalmente represso dalla reazione degli anni '30. Si tratta di ottanta opere provenienti da musei regionali, che offrono l'occasione di completare la conoscenza di questa espressione artistica e di accostarla alle contemporanee esperienze d'arte occidentali. Poichè la mostra trova posto accanto ad un'esposizione permanente di icone russe, lo spettatore è sollecitato ad un confronto delle opere avanguardiste con l'arte popolare e la pittura di icone per rintracciarne la matrice comune.



Richiedeteci il programma! (italiarussiepn@gmail.com)

martedì 17 gennaio 2012

Febbraio 2012 Inizio nuovi corsi di Russo

нy давай!
Perchè studiare il russo?
-ecco alcune buone ragioni:
- per parlare direttamente coi clienti russi e muoversi disinvoltamente in Russia
- per capire cosa dice la nuova impiegata di madrelingua russa al vs. cliente, suo connazionale
- per trattare alla pari con la Natasha, Olga, Irina, Tat'jana dei vostri sogni e non farsi mettere
nel sacco
- per utilizzare un'ulteriore porzione di cervello che giace in abbandono
-per leggere i classici in lingua originale, che soddisfazione! Per esempio saper tradurre queste
due bellissime frasi di A. Cechov:
B человеке должно быть все прекрасно: и лицо, и одежда, и душа, и мысли
Берегись изысканного языка. Язык должен быть прост и изящен.
(ne risulta che anche la lingua dev'essere bella!)
info: italiarussiepn@gmail.com, tel.0434/523202 , 328 32 72 239

sabato 26 novembre 2011

Presentazione del libro "Ivan Susanin" di Catterino Cavos, un'opera russa prima dell'Opera russa

Questo il titolo del libro, che per alcuni suonerà un po’ misterioso, oggetto dell’incontro che si terrà mercoledì prossimo, 30 Novembre 2011 alle ore 18, presso la Biblioteca Civica di Pordenone.
Si tratta di un lavoro di ricerca svolto da Anna Giust, giovane russista e dottoranda in musicologia, avente per oggetto la figura di Catterino Cavos (1877-1840), musicista e compositore veneziano che, abbandonata Venezia , caduta in mano a Napoleone, si ritroverà ben presto compositore di corte presso gli zar di Russia Paolo I (1796-1801) e Alessandro I (1801-1825).
Tra gli altri numerosi lavori egli comporrà, su libretto del drammaturgo, principe Aleksandr Šachovskoj, l’opera Ivan Susanin che andrà in scena nel 1815, tre anni dopo la lotta vittoriosa dell’imperatore Alessandro I contro Napoleone, in occasione della quale il popolo russo si era stretto attorno al suo zar dando prova di grande sentimento patriottico.
L’opera, che ha intento celebrativo della dinastia Romanov , rievoca un episodio della storia russa rivisitata alla ricerca delle prime manifestazioni di una coscienza nazionale: Ivan Susanin è un contadino che sacrifica la propria vita per salvare lo zar Michele Romanov (capostipite di tale dinastia) da un agguato dei nemici polacchi.
L’episodio, datato 1612, avvenne realmente anche se nel libretto figurano alcuni personaggi d’invenzione e se l’epilogo è lieto, in omaggio alle convenzioni teatrali del tempo.
E veniamo al sottotitolo: Un’opera russa prima dell’Opera russa.
L’Opera russa con la maiuscola è quella di Michail Glinka che vent’anni più tardi riprese lo stesso soggetto e lo stesso titolo, poi mutato in Una vita per lo zar, generalmente ritenuta la vera prima opera russa non solo per contenuto, ma anche per musica e struttura.
Anna Giust mette a confronto le due opere, e servendosi del duplice strumento di linguista e musicologa, competenze che le permettono un'indagine più approfondita rispetto agli studi precedenti in lingua italiana, ad opera esclusiva di filologi, le sottopone ad un’analisi a tutto tondo.
A questo confronto ne segue un altro, con l’opera-comique Les deux journées di Luigi Cherubini, nata in Francia su libretto di Jean Nicolas Bouilly (prima rappresentazione gennaio 1800) e rappresentata a Pietroburgo nel 1813 con il titolo russo Il portatore d’acqua ovvero
Il lavoro apre un ampio squarcio su alcuni secoli di storia russa, ed anche sull’acceso dibattito linguistico-letterario del primo quarto del secolo XIX tra conservatori-difensori della purezza della lingua e innovatori, dibattito nel quale figurano i nomi più significativi della letteratura russa del tempo: Karamzin Žukovskij e lo stesso Puškin.
Esso fornisce anche l’occasione per gettare uno sguardo sulla vita culturale della corte dove pullulano artisti stranieri, tra i quali appaiono cantanti, musicisti, scenografi, costumisti e impresari italiani.
Tra costoro un posto di primissimo piano spetta, come vedremo, a Catterino Cavos e alla sua opera.
Alla presentazione interverrà il musicologo Federico Gon.

giovedì 10 novembre 2011

Biglietto di sola andata



Biglietto di sola andata


Le storie della letteratura russa e le biografie di Tolstoj narrano che all’età di ottantadue anni lo scrittore, ormai incapace di sopportare l’agiatezza della sua vita al cospetto della miseria di gran parte della popolazione, e in contrasto con la moglie Sof’ja relativamente ai diritti d’autore che lui voleva destinare a beneficio dei poveri, decide di fuggire lontano da casa e dalla famiglia. La fuga dovrebbe avere come meta la Romania o il Caucaso, ma s’arresta non lontano da Jasnaja Poljana, nella stazioncina del villaggio Astapovo sulla linea Mosca-Rostov sul Don, dove, costretto a fermarsi perché in preda a febbre alta, morirà di lì a qualche giorno.
Tali note biografiche suggeriscono l’immagine di un vecchio con indosso gli umili panni di un contadino e tale probabilmente ritenuto, che va incontro solitario, ignorato da tutti, alla sua ultima drammatica meta.
In realtà le cose non stettero così. Tolstoj aveva radunato una piccola compagnia di viaggio nella quale spiccavano la figlia Saša e il medico personale Makovickij, e fu da questa amorevolmente accudito durante i sei giorni di fuga.


Sulla morte del romanziere sono state scritte migliaia di pagine che hanno di volta in volta focalizzato particolari momenti degli ultimi giorni della sua esistenza: i contrasti con la moglie Sof’ja, gli ultimi pensieri dettati alla figlia Aleksandra, l’analisi del suo mondo spirituale alla luce di questi ultimi avvenimenti, l’assedio della stampa alla stazione di Astapovo con la stesura di bollettini medici da diffondere ai giornali, l’arrivo di Sof’ja sulla carrozza ferroviaria imperiale messale a disposizione dello zar, e il dramma personale vissuto da questa donna, sua compagna di vita per quarant’otto anni.
A queste pagine se n’è aggiunta una nuova, ricca di pathos e originalità: Biglietto di sola andata, scritto e rappresentato da Rossana Valier nella splendida cornice dell’Antico Teatro Sociale G.G. Arrigoni di San Vito al Tagliamento, domenica 30 ottobre 2011.
Laureata in Lingue e in Discipline dello Spettacolo, insegnante di danza e coreografa, Rossana affianca il lavoro critico e teatrale con quello dell'insegnamento scolastico che sviluppa in forme didattiche innovative come per esempio l'attività teatrale.
In questo lavoro l’autrice s’accosta alla vicenda drammatica osservandola dapprima dall’esterno: il gruppo di giornalisti radunatosi presso la stazioncina, il proprietario del buffet, il capo della gendarmeria, il governatore di Rjazan, Čertkov, adepto tolstojano - per avvicinarsi progressivamente ai personaggi: il medico Makovickij, la figlia Sasa, la moglie Sof’ja- e giungere infine al protagonista.
Essa dirige ed interpreta un’orchestra di voci che dai toni concitati, esprimenti curiosità, allarme, preoccupazione passa a quelli sommessi del morente non più rivolti ai vivi, ma a se stesso o meglio alle figure in cui egli s’è incarnato nei suoi romanzi. Appaiono così Aksinia, la bella contadina del racconto “Il diavolo”, figura emblematica del forte richiamo dei sensi vissuto dallo scrittore, il giovane servo Gerasim della “Morte di Ivan Ilič”, il contadino che accudisce Ivan morente e con la sincerità e la naturalezza dei semplici non gli nasconde la verità della fine imminente. Ultima, dietro la porta a vetri, appare l’ombra di una figura femminile: no, non è Sof’ia, la moglie che gli fa visita, né la figlia Saša, ma Anna, la giovane donna che si è suicidata in una stazione ferroviaria. La sua bellezza abbaglia gli occhi del vecchio e un’ultima fiamma accende il suo cuore. A lei che ora gli appare l’ incarnazione dell’amore come unione di passione dei sensi e dell’anima, egli vuole offrire una via di salvezza, di fuga: sul treno, non sotto le sue ruote.
Ma non è Anna, bensì l’Angelo della Morte che ne ha preso le sembianze, ad apparirgli ed esso gli addita la morte come unica via di fuga da una vita corrotta dall’inganno.

L. No Anna! Non andare! Vieni con me: non sotto il treno, ma sul treno con me! Ci deve essere una via di fuga da qualche parte ; l’amore, come tu ed io lo intendiamo è la strada per la verità!
A. Non c’è nulla in quel luogo Lev Nikolaevic. La felicità è solamente una veste regale stesa sulla nullità della vita e dei rapporti umani… Tutto è menzogna, tutto è falsità, tutto è inganno. “

La lettura a più voci della Valier, che ha prodotto un’intensa emozione nel pubblico (accorso in gran numero), ha avuto come sfondo la proiezione di immagini della vita di Tolstoj, dei protagonisti di quest’ultima tappa della sua esistenza e della stazioncina, teatro della sua fine. Immagini che sono state rese vive da una colonna sonora che ha scandito i vari momenti dell’azione drammatica.